Nell’attività clinica quotidiana, capita frequentemente di sentirsi obiettare dal paziente, che abbiamo di là dalla scrivania, che tra terra dei fuochi, pesticidi, veleni vari, non è possibile sapere cosa “mettiamo nel piatto”.
In questa affermazione, un po’ scoraggiata ma peraltro validissima, è insita tutta la problematica dei tempi moderni correlata all’alimentazione: lo sviluppo industriale, il livello di urbanizzazione e la rapidità dello sviluppo stesso hanno generato una spinta di DIABESITA’, ovvero diabete ed obesità, estremamente preoccupante. Ormai si parla di PIAGA DIABETE. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima una cifra superiore ai 200 milioni di malati di diabete ai giorni nostri ed il raddoppio di tale valore entro il 2030.
Sempre l’O.M.S. ha dichiarato il sovrappeso come una delle dieci maggiori condizioni di rischio nel mondo e delle prime cinque nelle nazioni sviluppate.
Obesità e sovrappeso vengono associate nel generare un peggioramento di svariate patologie cronico-degenerative, come l’insulino-resistenza, il diabete mellito di tipo 2, la malattia coronarica, l’ipertensione arteriosa, la gotta, le malattie epatiche, l’asma ed altre.
La condizione di obesità, ovviamente, non risparmia il versante pediatrico: anche se fino a qualche decennio fa era assolutamente raro vedere un bambino obeso (tranne le obesità genetiche), oggi l’obesità infantile raggiunge livelli significativi; in America un bambino su tre è obeso o in sovrappeso, mentre in Italia i bambini obesi o in sovrappeso arrivano a più del 15% con netta prevalenza delle regioni meridionali dove si arriva a circa il 40 %.
Questi dati, che dimostrano una pandemia di obesità, non possono essere ascritti esclusivamente a meccanismi di iperfagia, di eccesso “calorico” come qualche scienziato della televisione si ostina a dire; i meccanismi di controllo della spesa energetica sono molto più complessi e fanno riferimento a più ambiti del nostro organismo.Studi recenti dimostrano come, tra le spinte obesiogene, l’ambiente rivesta un ruolo di grosso peso: modifiche della “programmazione fetale” durante la gravidanza possono alterare il “fenotipo metabolico” del nascituro.
In altre parole il comportamento alimentare della madre , l’ambiente materno, condizionano la risposta metabolica del nascituro; molto noto lo studio sulle conseguenze dell’assedio tedesco, durante la 2° Guerra mondiale, in Olanda e a Stalingrado: alla sospensione dell’assedio in Olanda c’è stato il ritorno ad una alimentazione normale mentre a Stalingrado questo non si è verificato. In Olanda, dove c’è stata la ripresa dell’alimentazione, si è osservato, nella popolazione nata dopo il digiuno, la comparsa di disturbi psichiatrici ed anche di sindrome metabolica, ma non nella popolazione di Stalingrado che ha continuato a patire la fame.
Il condizionamento nasce da un “fetal programming” alterato dall’eccesso di ormoni dello stress patito dalla madre durante la gestazione. Viene anche alterato il rapporto tra l’insulina e l’adipocita creando così i presupposti per una alterazione del metabolismo del glucosio.
Molto interessante l’osservazione che anche gli animali domestici di persone obese sono obesi in misura maggiore.
Nel mondo occidentale stiamo osservando una importante diversificazione nell’insorgenza delle malattie; siamo spettatori di un cambiamento epocale, stanno diminuendo le patologie legate a cause infettive e stanno drammaticamente aumentando le patologie croniche infiammatorie come le patologie cardiovascolari, neoplastiche, immunologiche, neurodegenerative ed endocrine. Altra osservazione eccezionale è che queste patologie stanno invadendo il Nord del mondo: è come se esistesse un gradiente di presenza di queste malattie cronico-degenerative che va dal Sud al Nord del mondo. Uno studio internazionale mostra come il Diabete Mellito di tipo 2, in ragazzi pakistani migranti, da valori molto bassi in Pakistan, sia salito vertiginosamente ai livelli del paese ospitante, in questo caso lo Yorkshire.
Sembra una cosa da poco ma purtroppo l’attuale flusso migratorio dalle regioni della guerra in nord Africa sottoporrà queste popolazioni ad una aumentata incidenza di patologie cronico degenerative (ovviamente meglio di una bomba….).
Sta incominciando a prendere sempre più piede una ipotesi di tipo “ambientale” come elemento provocante questo viraggio nella comparsa delle malattie. Purtroppo la teoria ambientale sembra avere ulteriori conferme anche nell’esame di altre patologie molto importanti come l’autismo. che ha avuto un incremento percentuale mostruoso: negli Stati Uniti i nuovi casi sono passati da circa 15.000 nel 1992 a circa 163.000 nel 2003. I numeri in Europa non vanno meglio; stessa storia per i disturbi dello spettro autistico, nell’ADHD, nel ritardo mentale. Nel 2006 due ricercatori, sulla prestigiosa rivista The Lancet, pubblicarono un lavoro scientifico nel quale veniva illustrata la PANDEMIA SILENTE, determinata da prodotti chimici dell’industria, che avevano una funzione estremamente dannosa sullo sviluppo corretto del sistema nervoso del bambino.
Altri studi identificarono le seguenti sostenze chimiche come estremamente pericolose per la salute: fluoruri, chlorpyrifos, manganese, tetracloroetilene, polibromodifeniletere e diclorodifeniltricloroetano….
Tuttora il Chlorpyrifos è un pesticida utilizzato in agricoltura…..
Anche la malattia di Alzheimer ha avuto un tragico aumento di casi negli ultimi decenni, del diabete ho già parlato.
Altro impatto epigenetico è dato dalle alterazione della permeabilità dell’intestino legato alla gliadina che è una proteina del glutine. Tale frammento indigeribile del glutine stimola la produzione di una proteina, la zonulina, da parte delle cellule enteriche, che altera le giunzioni serrate tra cellula e cellula, alterando la funzione di barriera. Quando si riduce la funzione barriera delle cellule enteriche è come se allo stadio non funzionassero i tornelli: gli ultrà entrano senza alcun controllo…
Gli esempi che ho citato ci illustrano campi della ricerca scientifica in costante espansione: eravamo convinti, con la sequenziazione del genoma , di aver tutto sotto mano, di avere la possibilità di comprendere l’intimo del funzionamento del nostro organismo; a partire dalla doppia elica del DNA di Watson e Crick doveva discendere tutto il resto; oggi si è visto come “tutto il resto “ sia in grado di influenzare la doppia elica del DNA. L’ambiente esterno attraverso la mediazione fondamentale della membrana cellulare di ogni singola cellula, vero “cervello “ della cellula, media costantemente dei cambiamenti e degli adattamenti che possono anche non risultare salutari.
Per tutto ciò, oggi più che mai, è necessario conoscere cosa mettiamo nel piatto, perché quello che mettiamo nel piatto “CI CAMBIA”.